Cuore Amico Fraternità 

Contatti

Viale Stazione 63, Brescia

0303757396

https://www.cuoreamico.org

Cuore Amico è un'Associazione fondata nel 1980 dal sacerdote bresciano don Mario Pasini. Ha come scopo il sostegno e l'attività  dei missionari nel mondo. I fondi provengono in gran parte dalla diffusione del periodico mensile "Cuore Amico" sul quale vengono di volta in volta pubblicate le richieste che giungono direttamente dai missionari; inoltre i lettori vengono aggiornati sui progetti ed i contributi erogati. Ogni anno l'Associazione redige un dettagliato rendiconto di tutte le iniziative sostenute. Particolare attenzione viene riservata alle situazioni di emergenza, alle adozioni a distanza (singole e di gruppo) a giovani e ragazze che intendono intraprendere la vita religiosa.

Le iniziative in corso

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Paesi in via di sviluppo

Sudan. LA fame usata come arma

Sono soprattutto bambini e ragazzi a rischiare di morire di fame per l’infuriare della guerra civile. Padre Giacomo Comino cerca in tutti modi di aiutarli. Don Giacomo Comino, missionario salesiano, è impegnato nell’aiuto ai profughi dell’ennesima guerra civile che, a partire dall’aprile 2023, infiamma il Paese causando migliaia di vittime e milioni di profughi. Sia l’esercito, sia i ribelli sono responsabili di crimini guerra e stanno usando la fame come arma. Sono 700mila i bambini che rischiano di morire di fame. Nel fuoco incrociato delle due fazioni che si contendono il controllo del territorio e il potere, migliaia di uomini, donne e bambini vengono uccisi. Assediano le città, tagliano le linee di rifornimento e distruggono le infrastrutture essenziali. La situazione umanitaria peggiora di giorno in giorno: secondo le Nazioni Unite cinque milioni di sudanesi sono costretti a scappare mentre quattro milioni sono rimasti nel Paese, lasciando però la propria regione. Ci scrive don Giacomo: «Nel Paese manca tutto, in particolare cibo, medicine e cure mediche, perché anche gli ospedali sono stati distrutti».

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Congo Rd. Per vivere con dignità

Nord Kivu: minerali preziosi che fanno gola a tutti e insieme fame, sfruttamento, conflitti. Per questi motivi Sud Kivu, Nord Kivu e Ituri sono tra le zone più instabili del continente africano, con la presenza di oltre 100 gruppi armati e una missione di pace dell’Onu, che doveva proteggere i civili e mantenere la sicurezza, e invece ha cominciato il suo ritiro ufficiale. È il contesto in cui opera a Butembo il missionario comboniano padre Gian Paolo Pezzi che, tra i vari impegni sociali, si occupa di far funzionare una scuola-bottega diocesana per ragazzi di strada che, in numero crescente, affollano la città. Sono rifugiati e sfollati abbandonati, orfani di guerra, ma anche ex bambini soldato o in cerca di lavoro perché membri di famiglie indigenti. L’unico criterio di ammissione alla San Giuseppe è la vulnerabilità. Per questo, accanto ai corsi per diventare falegnami, occorre intervenire sugli studenti offrendo una formazione umana, educandoli a un comportamento civile, all’igiene personale e alla capacità di assumersi le proprie responsabilità. Questa scuola ha preso avvio una decina d’anni fa, ma ha poi conosciuto una battuta d’arresto a causa di molte difficoltà, legate anche alle epidemie di ebola e covid. Oggi ci si prepara alla riapertura: bisogna sistemare i locali, preparare i formatori e i programmi, e soprattutto acquistare gli strumenti che servono per i corsi pratici.

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Ecuador: Un pasto per i bambini di Quito Image

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Ecuador: Un pasto per i bambini di Quito

In Ecuador il 40-50% dei bambini soffre per maltrattamenti e denutrizione, il 70% vive in povertà, il 22% lavora, il 32% muore prima dei cinque anni. Statistiche impietose che rivelano quanto sia determinante ogni intervento per alleviare la condizione in cui versa la parte più giovane della popolazione. Va in questa direzione la scelta delle Ancelle della Carità di aprire nel quartiere di Yaguachi, a Quito, il Centro di educazione integrale Paola Di Rosa ( Ceipar ). È frequentato da bambini e ragazzi che provengono dai quartieri più disagiati e che, in gran parte, vivono per strada senza nulla, affamati. Provengono da famiglie con risorse economiche limitate, disgregate dalla migrazione e dalla mancanza di lavoro, e soffrono per problemi di abuso, abbandono e carenza affettiva. Suor Serafina Ferrari e suor Silvia Jàcome spiegano che le attività del Ceipar consistono nel dare « formazione umana e cristiana per 160 bambini e ragazzi in età scolare, soprattutto per toglierli dalla strada e sottrarli alle bande criminali che trafficano in armi e stupefacenti. Si distribuisce quotidianamente colazione, pranzo e merenda su più turni. Li si aiuta a fare i compiti di scuola e, se hanno bisogno, di cure mediche e di sostegno psicologico ». Se anche un pasto, servito con amore, può fare la differenza, restiamo accanto alle missionarie in questo delicato servizio.

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India: Bambini di strada a Pattervilai

L’India porta ancora con sé l’eredità di secoli passati soprattutto per quanto riguarda il sistema delle caste, ufficialmente abolito dalla Costituzione ma, ancora oggi, fonte di gravi discriminazioni sociali. I bambini ne risentono particolarmente ed è per questo che vanno tutelati maggiormente. Assistere piccoli nomadi, tribali e dalit (senza casta), provenienti da famiglie poverissime, è la missione delle Sorelle del Sacro Cuore di Gesù. Suor Amutha Theos, superiora generale della congregazione, nella sua ultima visita aCuore Amicoci ha illustrato la situazione: «Ospitiamo circa 130 bambine e bambini nella nostra “Casa felice” a Pattervilai, nel Tamil Nadu. Sono orfani di uno o entrambi i genitori abbandonati dai familiari e con un passato di vita in strada, sfruttati con lavori umili, sottopagati e precari: venditori ambulanti, pulizie, raccoglitori di immondizia». Rompere il ciclo della povertà: ecco lo scopo delle Sorelle del Sacro Cuore che, cominciando dall’accogliere e soddisfare i bisogni primari dei piccoli ospiti, li accompagnano nella crescita e offrono strumenti che potranno consentire loro di avere una vita migliore: un’istruzione di qualità. Per il prossimo anno scolastico la sfida di “Casa felice” si fa più ardua, perché non ci sono le risorse necessarie per tutti i bambini. Ecco perché suor Amutha conta su Cuore Amico per continuare questa missione di amore e compassione.

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Giordania. Un’emergenza dimenticata Image

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Malati

Giordania. Un’emergenza dimenticata

In Giordania, che ha circa 10 milioni di abitanti, sono presenti tantissimi profughi che scappano dal conflitto israelo-palestinese e da Siria, Iraq, Libano. « A tutti, questo Paese ha aperto le porte, ma le risorse di cui dispone sono limitate ». Sono le parole di suor Adele Brambilla  che descrive la situazione in cui vive. Dall’Ospedale Italiano di Karak dove, dal 1935, le missionarie comboniane si prendono cura dei più bisognosi, ci spiega come la crisi economica e sociale che investe tutta l’area mediorientale si riversi sul lavoro di assistenza delle religiose: « Siamo l’unica presenza cristiana in campo medico nella zona. Si rivolgono a noi soprattutto le minoranze etniche che abitano la regione, gli immigrati e i profughi. L’attuale aumento dei prezzi dei farmaci e del materiale sanitario ci mette in grandi difficoltà, ma noi comboniane vogliamo continuare a curare gratuitamente i più sofferenti. Carissimi di Cuore Amico, aiutateci a fare in modo che il nostro ospedale continui a essere una piccola luce per chi soffre».

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Uganda. Sosteniamo l’Ospedale San Kizito di Matany Image

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Uganda. Sosteniamo l’Ospedale San Kizito di Matany

Karamoja, nel nord est dell’Uganda, è una delle regioni più povere di questo Paese. Al suo interno, nel distretto di Napak, l’ Ospedale San Kizito di Matany serve dal 1971 circa 1,5 milioni di abitanti e ha un ruolo fondamentale per la salute di questa zona poco sviluppata, nella quale sono frequenti tubercolosi, malaria e Aids. San Kizito è retto da padre Günter Närich , missionario comboniano, con l’aiuto di Medici con l’Africa CUAMM , Ente da 75 anni al servizio della salute delle popolazioni africane. Ed è proprio insieme a loro che Cuore Amico  vuole adoperarsi per intervenire per tre priorità attinenti alla salute materno-infantile del San Kizito : consentire cure migliori a mamme e bambini allo scopo di ridurne la mortalità (circa 200 ogni anno), supportare la nutrizione della mamma, del neonato e del bambino e, infine, investire sulla formazione del personale locale. Se l’impegno è condiviso si può fare di più, avendo sempre fiducia nella Provvidenza.

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Perù: Una casa aperta a tutti i malati

Ammalarsi, in Perù, è un serio problema, perché l’assistenza sanitaria è quasi totalmente a carico del malato. Per i contadini delle Ande, i campesinos , è addirittura una tragedia: non ci sono soldi per pagare medicine e ricovero in ospedale e non ci sono mezzi per arrivarci. Per chi deve affrontare delle cure complesse è indispensabile recarsi a Lima, capitale del Paese, ma con queste premesse diventa un’impresa impossibile da affrontare. C’è però un punto di riferimento, in città, dove si può essere ospitati e seguiti nel proprio percorso di cura: è la Casa Virgen de Guadalupe  che offre cibo e alloggio gratuito a chi non se lo può permettere e una grande attenzione verso il malato che viene accompagnato per visite mediche, esami e durante il ricovero in ospedale. Perché quest’oasi di accoglienza possa continuare la sua opera c’è bisogno di aiuto per acquistare medicinali e per le cure mediche . Apriamo le porte del cuore a chi soffre e portiamo avanti così il sogno di un mondo più equo, fraterno e solidale.

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