Nucleo Emergenza Sociale Alzheimer

Dettagli iniziativa Nucleo Emergenza Sociale Alzheimer

Alzheimer: come uscire dal tunnel di paura. La nostra esperienza, un sostegno concreto per le famiglie.

Il N.E.S.A. (Nucleo Emergenza Sociale Alzheimer) è un servizio nato per aiutare la famiglia del malato di Alzheimer a combattere l’isolamento.

  • Prendersi cura di una famiglia con un malato di Alzheimer significa non lasciarla sola.
  • L’Alzheimer è un tunnel di paura che fa perdere la fiducia nei propri cari.
  • Sostenere le famiglie anche quando sono a casa.

La nostra Associazione ha bisogno anche di te. Questo progetto è solo uno dei tanti che la nostra Associazione sta portando avanti da anni. Un lavoro difficile, spesso ostacolato dall'inerzia delle istituzioni e dalla mancanza di fondi. Se volete sostenere noi e i nostri progetti, chiamateci allo 06 37500354 o visitate il nostro sito https://www.alzheimeroma.it/progetto-nesa

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La Cima dell'Ancora

Un progetto per non dimenticare che i malati sono persone. Chi si ammala in età giovanile inizia purtroppo un percorso di isolamento e di emarginazione, che porta solo al peggioramento della malattia. L’obiettivo del progetto, creato dalla nostra Associazione d’intesa con la Caritas Roma e finanziato da Unicredit, è evitare questo isolamento, restituendo fiducia al paziente, per sostenerlo e dargli la possibilità di un recupero per quanto possibile efficace. - LE PERSONE HANNO BISOGNO DI UN POSTO IN CUI RICONOSCERSI – Ecco perché il progetto ha un suo centro operativo, è Casa Wanda, nel cuore di Villa Glori, una struttura di eccellenza, attrezzata con ambienti interni protetti e sicuri e dotata di spazi esterni progettati con cura per stimolare e rendere attivo il malato. - LE PERSONE HANNO BISOGNO DI NON SENTIRSI ISOLATE – Il grande poeta John Donne scrisse “nessun uomo è un’isola”. I pazienti sono persone come noi, con gli stessi bisogni. Per questo progetto “La cima dell’ancora” prevede di reinserire i malati in una dimensione di socializzazione viva e attiva, per stimolarli cognitivamente e socialmente, favorendo il mantenimento della loro autonomia. - LE PERSONE HANNO BISOGNO DI SENTIRSI ATTIVE – Il progetto prevede a questo scopo una serie di attività dedicate ai pazienti. Alcune al chiuso, come cucina, giochi di società e circoli di lettura; altre all’aperto, nel giardino della struttura. Lo scopo è stimolare la memoria, l’attenzione, il ragionamento e il linguaggio, favorendo la creazione di un senso di gruppo e di condivisione con gli altri partecipanti. - LE PERSONE HANNO BISOGNO DI ESSERE SUPPORTATE – Tutte le attività che abbiamo descritto finora non avrebbero alcuna utilità terapeutica se non fossero seguite da psicologi con ampia esperienza clinica, capaci di capire le necessità dei pazienti in modo profondo e attento, seguendoli e supportandoli durante tutta la durata del progetto. - LE PERSONE HANNO BISOGNO DI TEMPO PER SE STESSE – Questa volta non parliamo solo dei pazienti, ma anche dei loro familiari, che durante le attività avranno la possibilità di dedicare un po’ di tempo a loro stessi interrompendo, per qualche ora, il compito difficile della continua assistenza ai loro cari. - LE PERSONE HANNO BISOGNO DI UN PUNTO DI RIFERIMENTO – Perché questo è il principale obiettivo del progetto: essere un punto di riferimento per le famiglie, creando contesti aggregativi, attraverso i gruppi di auto-aiuto, dove potersi confrontare con chi vive una situazione simile alla propria, condividendo vissuti e strategie rispetto ai problemi che si incontrano quotidianamente.

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GroUp

La forza della condivisione per affrontare la malattia di chi amiamo. Chi si trova ad affrontare l'Alzheimer di un suo caro si sente spesso isolato. Ha bisogno di informazioni e delucidazioni sulla malattia, sulla diagnosi, sulle terapie non farmacologiche, sulle varie tipologie di assistenza, ma ha anche bisogno di sentirsi meno solo, di parlare e di essere ascoltato da persone che sono vicine alla situazione e la comprendono. Per questo nascono i GroUP . Intrecciare le esperienze: conoscere altri che vivono la stessa situazione. Condividere le informazioni: incontrare esperti che conoscono il problema. Imparare a essere vicini a chi si ammala: l'obiettivo finale dei nostri incontri. La nostra Associazione ha bisogno anche di te. Questo progetto è solo uno dei tanti che la nostra Associazione sta portando avanti da anni. Un lavoro difficile, spesso ostacolato dall'inerzia delle istituzioni e dalla mancanza di fondi. Se volete sostenere noi e i nostri progetti, chiamateci allo 06 37500354 o consultare il nostro sito https://www.alzheimeroma.it/progetto-group .È da ogni vostra donazione che nasce la nostra azione.

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La Cima dell'Ancora - stimolazione cognitiva individuale

TERAPIA DI STIMOLAZIONE COGNITIVA INDIVIDUALE Per stimolazione cognitiva si intende quell’intervento rivolto a persone con deterioramento cognitivo reversibile (ictus, idrocefalo…) o di origine degenerativo (demenze). Le attività proposte, calibrate sulle esigenze del singolo individuo, hanno lo scopo di stimolare le funzioni cognitive (ad esempio memoria, linguaggio, attenzione, funzioni esecutive) al fine di contrastare il decadimento cognitivo. ​ Stimolazione cognitiva in presenza Le sedute si svolgono all’interno dei locali della sede legale dell’Associazione, in unastanza silenziosa e ben illuminata, sono condotti da uno psicologo esperto in neuropsicologia ed hanno la durata di circa un’ora. La cadenza è settimanale, anche se non si esclude una cadenza bisettimanale a favore della corretta efficacia della terapia. Si svolgono attività carta e matita, passando a software computerizzati per arrivare sino ad esercizi totalmente personalizzati. Infatti, anche se ci si basa su studi validati e su una solida base teorica di riferimento, nulla è preconfezionato: ogni seduta è calibrata sul singolo individuo e tiene conto delle preferenze e gusti della persona. ​ Emergenza COVID? Ripartiamo in sicurezza con l’aiuto di Skype Quest’emergenza sanitaria inaspettata ha richiesto la creazione di un nuovo modo di svolgere le nostre attività al fine di rimanervi sempre vicini e non vanificare effetti terapeutici e routine consolidate nel tempo. Sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ci siamo da subito attivati per istituire un servizio online in cui fosse possibile svolgere le normali sedute settimanali, con esercizi rivisitati data la modalità alternativa. Grazie a queste modalità è stato possibile proseguire le stimolazioni individuali durante l’emergenza sanitaria, rispettando la salute di pazienti fragili. Le sedute online sono proseguite sia con persone malate che avevano già intrapreso un percorso con noi ed abbiamo potuto anche iniziare nuovi percorsi, dandoci motivazione nel continuare la modalità scelta. ​ Aggiornamenti continui con i familiari Crediamo che un aspetto fondamentale per una buona riuscita del percorso sia un continuo rapporto con il familiare. Sin dal primo colloquio, assistiamo alla creazione di un rapporto che pone le basi per gli incontri futuri, in cui verranno spiegate le modalità ed i tempi dell’intervento. Il professionista sarà sempre raggiungibile in caso di eventuali dubbi e/o richieste da parte del familiare e si impegna ad aggiornarlo periodicamente ed in caso di cambiamenti rilevanti. Inoltre, sia all’inizio che durante il corso delle sedute individuali, sono previste brevi valutazioni e colloqui di aggiornamento con i familiari, al fine di valutare insieme l’andamento delle stimolazioni individuali. ​ Stimolazione cognitiva... E non solo Nella nostra attività abbiamo potuto appurare come gli effetti delle stimolazioni fossero non solo cognitivi, ma anche ambientali e sociali. Molti familiari ci hanno riferito come l’umore del paziente fosse migliorato e come l’impegno intrapreso li motivasse: il potere di una parola scambiata presso la nostra sede, l’uscire di casa per raggiungerci o anche solo l’impegnarsi a seguire le attività di fronte ad uno schermo, testando i propri limiti in un ambiente sicuro, restituisce al malato e alla malattia stessa quella dimensione umana e sociale spesso dimenticate. Quindi crediamo che considerare l’intervento proposto puramente cognitivo sia riduttivo, considerando il nostro impegno volto alla presa in carico della famiglia e del paziente nel loro complesso, non tralasciando gli aspetti di inserimento sociale anch’essi compromessi dalla malattia.

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